
Vivere a “puntini”. Forse ci siamo abituati a questa nuova condizione, pensando agli schermi di televisioni, computer, smartphone su cui trascorriamo del tempo della nostra giornata, ormai non più solo lavorativa. Per questioni di visualizzazione dell’oggetto, più questi “punti” sono piccoli meglio è per la qualità delle figure osservate. Oggi siamo consapevoli che ciò che guardiamo sui display sono in realtà gruppi di minuscoli pixel , l’unità minima della superficie di un’immagine digitale, anche se spesso non ce ne rendiamo conto grazie alle tecnologie sempre più avanzate.
Immaginiamo adesso di trovarci alla fine del XIX secolo in Francia , dove tutto questo mondo dei pixel era solo un lontanissimo sogno, e di osservare per la prima volta opere d’arte formate da miriadi di piccoli colpi di pennello sulla tela, che da lontano creano una visione unica e magica. Benvenuto Pointillisme e benvenuti professionisti Ambientha che riportano, grazie a carte da parati d’autore, questo mondo visionario in casa, in ufficio, al ristorante, in hotel… dove abbiamo bisogno di puntini da seguire per ritrovare una via anche più spensierata.
-
Antibes, the Pink Cloud by Paul Signac © Bridgeman Images -
La Corne d’Or (Constantinople) by Paul Signac © Bridgeman Images
Grazie alle fotografie in alta risoluzione del catalogo Bridgeman Images , ArtLab by Ambientha mette in campo tutti i suoi professionisti, dagli storici dell’arte, ai designer, agli esperti in carta da parati, e i loro consigli ad hoc, per creare le perfette suggestioni alle nostre pareti, oggi dall’aspetto puntinista .
Colleghiamo tutti i punti della parete con il Pointillisme
Ci troviamo in Francia e l’anno è il 1885 quando l’artista parigino Georges-Pierre Seurat fonda la corrente del Pointillisme . L’Impressionismo ha già lasciato la sua pesante impronta, ma il pittore è più interessato a un’arte studiata e ricercata, quasi scientifica e non certo improvvisata. La luce e il colore diventano la base delle sue ricerche, dove le figure dipinte vengono ricreate dall’occhio dell’osservatore che accosta come su un mosaico i colori della tela .

Migliaia di piccoli puntini colorati che formano infine un’unica immagine attraverso uno studio accurato sulla tecnica pittorica e l’accostamento dei colori complementari tra loro (giallo/viola, rosso/verde, azzurro/arancio). Teorie non lontane da quelle attuali, sempre più avanzate e innovatrici, che i tecnici Ambientha sanno utilizzare al meglio per creare il bilanciamento perfetto tra i colori per una resa cromatica ricercata . Perché no, dalle nuance fresche e sognanti di questa stagione primaverile che stiamo vivendo.
-
Beach at Bas Butin, Honfleur by Pierre Seurat © Bridgeman Images -
A Sunday on La Grande Jatte by Pierre Seurat – Courtesy of Bridgeman Images
Insieme a George Seurat (1859-1891), un altro esponente di picco di questa tecnica è certamente l’artista Paul Signac (1863-1935) . Momenti della vita quotidiana e di festa , la tranquillità di paesaggi armoniosi e spensierati sono tra le tematiche più affrontate da questi artisti: una leggerezza di fondo che si presta alle pareti di luoghi di distensione come ristoranti, bar e hotel, oppure in un salotto contemporaneo che non rinuncia al colore alle pareti tra mobili dal design netto e rigoroso .
Il periodo storico che oggi trattiamo su ArtLab non si distanzia da quello di Vincent van Gogh , di cui avevamo già trattato in un articolo qui dedicato e sul quale gli esperti Ambientha hanno perfezionato le opere del grande maestro per le pareti della casa e dell’ufficio . È certo che la visione personale ed emotiva di van Gogh del Puntinismo , attraverso la sua tecnica che in parte può esserne assimilata, rimanda a un’introspezione più profonda, intimistica e spesso sconsolata. Tutt’altra concezione quella di Seurat, Signac e dei maestri del Pointillisme francese.
In Italia: il Divisionismo
A differenza dei suoi ideatori francesi, in Italia questa tecnica prende una nuova piega. Meno frivoli e più impegnati, gli artisti italiani abbracciano le regole del puntinismo ma le adattano a tematiche sociali e politiche . Con pennellate più ampie rispetto ai mini-puntini francesi, gli artisti del Bel paese rivolgono questa pratica artistica a problematiche contemporanee e dibattute nel loro tempo storico: stiamo parlando del Divisionismo. Per questi motivi e per la carica di significato che queste opere ricoprono, sono da intendersi sui muri di luoghi di condivisione che desiderano veicolare un messaggio chiaro e puntuale, come meglio sapranno consigliare i designer ed esperti in arredamento di ArtLab, per una consulenza personalizzata.

Il quadro protagonista del Divisionismo italiano è il celebre Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo , dipinto del 1901 che rivendica i diritti dei lavoratori di fine Ottocento. Un’opera presente nell’immaginario comune di tutti noi, simbolo di dignità e partecipazione per il raggiungimento di un importante scopo comune. È certamente un quadro emblematico e di forte impatto, capace di diffondere con potenza il suo messaggio, ma anche di rendersi subito riconoscibile alle pareti di esercizi commerciali, circoli e luoghi di aggregazione. Le sottili pennellate divisioniste, accostate l’una all’altra, ricreano l’energia unitaria della tela veicolando anche il significato di coesione che l’artista voleva divulgare.

Il capolavoro è oggi una vera e propria icona della storia dell’arte , e sicuramente tra i quadri più conosciuti e apprezzati. Ma dopo la sua realizzazione, il dipinto non ebbe il successo desiderato, tanto che il suo creatore, Pellizza da Volpedo, decise di non avventurarsi più in tematiche sociali e di dedicarsi alla più tranquilla pittura di paesaggio. Tra gli esponenti italiani anche Giovanni Segantini (1858 – 1899) che vive il Pointillisme come una possibilità di raccontare la vita lavorativa dell’epoca, o in questo caso il momento di breve e meritato riposo.
Pointillisme come un mosaico contemporaneo
Il rimando è rapido e semplice. L’insieme dei piccoli puntini di colore si collegano facilmente a tutta la scuola del mosaico, dai secoli della sua nascita, alle pareti mosaicate di Gustav Klimt fino a quello più contemporaneo. È interessante oggi l’utilizzo della tecnica del mosaico, in un certo senso possiamo dire anche puntinistica , degli artisti contemporanei che attraverso la materia più disparata, dalla pasta vitrea ai “Lego”, dalla terracotta alle spille da balia, ricreano il manto delle figure che vogliono realizzare . Come un quadro del Pointillisme dove è l’insieme delle parti a formare l’opera finita . Anche il mosaico, se visto da lontano, può apparire come un’unica immagine dipinta grazie al sapiente uso delle unità cromatiche e della disposizione delle tessere.

La ricerca nei confronti del mosaico contemporaneo continua nella città di Ravenna, capitale del mosaico bizantino . La Biennale del mosaico, che deve adesso meglio porsi con le ristrettezze dovute alla crisi COVID-19, si propone di richiamare in città mosaicisti da tutto il mondo per esporre nei suoi luoghi cardine i loro lavori più significativi.
Tra mosaico e Pointillisme, tra pixel e puntinismo creiamo pareti Ambientha dal forte impatto capaci di rivoluzionare gli ambienti con la spensieratezza dei colori e la presenza scenica delle forme.