Andrea Bertoletti inizia a collaborare con Ambientha dal luglio 2019 per la realizzazione di carte da parati artistiche, un ambito l’interior decoration, già conosciuto da Andrea ma in maniera completamente diversa. Dai murales, anche decorativi all’interno di abitazioni, inizia a sperimentare ad un nuovo metodo di lavoro: manuale e digitale. La sua prima carta da parati è Fate Line, sofisticata e accogliente ispirata alla profonda connessione tra uomo e natura. Climate Conscious è infatti la prima tematica dell’Inspiration Book 2019 scelta da Andrea per iniziare questo nuovo percorso artistico.
Ambientha intervista Andrea Bertoletti
Raccontaci qualcosa di te Andrea, quali sono le passioni alle quali non puoi fare a meno?
Amo stare nella natura e camminare da solo. Amo ascoltare, suoni, parole, rumori e silenzi. Amo sostare lungo fiumi o torrenti, il rumore dell’acqua lo trovo particolarmente d’ispirazione. Amo passare del tempo osservando ciò che mi circonda, i ritmi frenetici della città visti dal tavolino di un bar, i movimenti rallentati delle foglie mosse dal vento o le pioggia che scivola sui vetri dell’auto. Tutto questo mi aiuta a riprendere il Mio tempo. Una delle mie più grandi passioni è la fotografia, come documentazione, da affiancare alla scrittura e al disegno, sono un tipo da taccuino e macchina fotografica alla mano. Non sono un fotografo, è per me un modo di catturare momenti e dettagli, scrivere riflessioni ed abbozzare quello che mi passa per la testa e che potrebbe essere del materiale per una nuova opera.
Opere uniche, murales e interior design. Ci racconti qualcosa di più dei tuoi progetti così diversi tra loro?
Ho due differenti approcci per la realizzazione delle mie opere. Per quanto riguarda le opere su commissione sia in esterno che per interni, tutto parte da una richiesta del committente e dal confronto sulla tematica, dimensioni dell’opera e materiali da utilizzare. In questo modo cerco di interpretare attraverso il mio stile l’idea di base. Molto spesso chi mi contatta ha già visto le mie opere in qualche mostra, sul web o in giro per le città, questo mi consente di avere da parte del committente la fiducia necessaria per poter realizzare opere senza molti vincoli. È molto importante il dialogo con chi crede in quello che fai e ti sostiene, tra artista e collezionista si crea sempre un legame. Le opere uniche, o che comunque nascono da una mia esigenza espressiva, hanno un percorso creativo più lungo. Molte di queste hanno origine da riflessioni sul quotidiano, poi approfondite attraverso libri e ricerche. Altre invece nascono dalla mia esperienza personale o dalle mie sensazioni riguardo un luogo o un fatto. I materiali utilizzati per le mie opere sono di diverso genere, dalle rielaborazioni di oggetti trovati in luoghi particolari come ville abbandonate, cantieri interrotti, ex manicomi fino alla più recente stampa 3D. Quello che per me è importante è trasmettere all’osservatore un pensiero, che è solo uno spunto su cui riflettere e condividere.
C’è stato un particolare momento o avvenimento che ti ha spinto a scegliere l’arte come professione?
Non ricordo un momento particolare, mi ricordo solo che ero molto piccolo e mia nonna Nilde mi aveva parlato a lungo di un suo cugino, Ursella, noto pittore friulano di inizio Novecento. Questo suo racconto mi incuriosì così tanto che di lì a poco iniziai a disegnare su qualunque cosa, i fogli non mi sono mai bastati. Sempre con questo pensiero in testa, avevo all’incirca 8 o 9 anni, iniziai a scrivere il mio nome sotto i banchi di scuola o sulle sedie dicendo, forse un giorno sarò anche io artista e qualcuno sarà interessato ai miei disegni. Sogni da bambino, ma come chi voleva fare l’astronauta anche io cercavo il mio spazio. Non ho mai smesso di disegnare, è un percorso che dura da una vita e che non avrà mai fine. Per me l’arte non è semplicemente una professione ma è la possibilità di dire al mondo, io sono vivo. È l’espressione della mia identità.
Come prendono vita i tuoi lavori? Come descriveresti il tuo stile?
Il mio lavoro è molto sfaccettato, specialmente quello degli ultimi anni. Mi interesso a parecchie cose, molte poi mi stancano e passo ad altro. Quello che faccio è vivere qui e ora, cerco di assorbire gli aspetti della società in cui viviamo nel bene e nel male per poi partire alla creazione delle mie opere.
La carta da parati Fate Line nasce dall’impronta di una foglia. Vuoi raccontarci la tua ricerca artistica e come hai realizzato il tuo primo design in collaborazione con Ambientha?
Fate Line ha alla base un concetto a me molto caro e più che mai attuale, il rapporto uomo-natura. Il titolo deriva dall’accostamento della venatura centrale della foglia alla linea del destino della mano, ad indicare che il futuro del mondo sta nelle nostre mani. Se ci fermiamo a pensare per qualche secondo alle piante, ci accorgiamo che non sono poi così diverse da noi, abbiamo piedi ben saldi a terra, un fusto che ci sorregge e dei rami che ci permettono di espanderci nello spazio, risentiamo delle stagioni, dei cambiamenti ed anche sulla nostra pelle riconosciamo i segni del tempo. Fate Line è da considerarsi un manifesto o uno grido, per chi, come me crede che il destino del pianeta sia nelle nostre mani. Chi avrà la possibilità di applicare questa carta da parati potrà seguire con i propri occhi tutte le venature delle foglie ingigantite, tracciarne il percorso della linfa che come sangue scorre e porta la vita, in questo modo scoprirà quanto siamo legati.
Mentre realizzavo la forma che avrebbe dato vita a Turning Destiny ascoltavo ripetutamente il vinile Fleurs di Franco Battiato. All’interno è contenuta una canzone che trae ispirazione e prende il titolo da una poesia di Baudelaire “Invito al viaggio”. Per l’atmosfera che questa poesia/canzone è in grado di creare, credo sia l’accompagnamento ideale per gli occhi.
Salutiamoci così, hai in programma nuove esposizioni da non perdere?
Il primo appuntamento da non perdere sarà il 3 luglio 2020 a Milano, si inaugurerà una mostra molto interessante e ricca di artisti da tutto il mondo, con nomi molto noti dell’arte. Si terrà presso A60 Contemporary Art Space, con un titolo molto forte “L’Arte della Vita” a cura di E. Gregolin e P. Wang. In conclusione, vorrei complimentarmi e ringraziare tutto il Team Ambientha per aver appoggiato con entusiasmo il progetto Fate Line e per la loro attenzione a tematiche molto importanti.
La vita frenetica spesso ci ricorda che abbiamo bisogno di sensazioni piacevoli e stimolanti negli ambienti della quotidianità. Creare l’atmosfera giusta nel proprio luogo di lavoro diventa infatti di primaria importanza. Luci, colori, arredamento, decorazioni? Da cosa partire? Scopri la carta da parati per ufficio, guarda da vicino il caso di CIP srl.
Ambientha desidera accompagnarti come il sole nelle giornate estive, in questo viaggio andata-ritorno. Condividere le esperienze ed emozioni per vivere atmosfere sognanti dove gustare a pieno i momenti, innamorarsi delle avventure e riconoscere il piacere di tornare a casa.
Opere uniche, murales e decorazioni esclusive con Andrea Bertoletti
Andrea Bertoletti inizia a collaborare con Ambientha dal luglio 2019 per la realizzazione di carte da parati artistiche, un ambito l’interior decoration, già conosciuto da Andrea ma in maniera completamente diversa. Dai murales, anche decorativi all’interno di abitazioni, inizia a sperimentare ad un nuovo metodo di lavoro: manuale e digitale. La sua prima carta da parati è Fate Line, sofisticata e accogliente ispirata alla profonda connessione tra uomo e natura. Climate Conscious è infatti la prima tematica dell’Inspiration Book 2019 scelta da Andrea per iniziare questo nuovo percorso artistico.
Ambientha intervista Andrea Bertoletti
Raccontaci qualcosa di te Andrea, quali sono le passioni alle quali non puoi fare a meno?
Amo stare nella natura e camminare da solo. Amo ascoltare, suoni, parole, rumori e silenzi. Amo sostare lungo fiumi o torrenti, il rumore dell’acqua lo trovo particolarmente d’ispirazione. Amo passare del tempo osservando ciò che mi circonda, i ritmi frenetici della città visti dal tavolino di un bar, i movimenti rallentati delle foglie mosse dal vento o le pioggia che scivola sui vetri dell’auto. Tutto questo mi aiuta a riprendere il Mio tempo. Una delle mie più grandi passioni è la fotografia, come documentazione, da affiancare alla scrittura e al disegno, sono un tipo da taccuino e macchina fotografica alla mano. Non sono un fotografo, è per me un modo di catturare momenti e dettagli, scrivere riflessioni ed abbozzare quello che mi passa per la testa e che potrebbe essere del materiale per una nuova opera.
Opere uniche, murales e interior design. Ci racconti qualcosa di più dei tuoi progetti così diversi tra loro?
Ho due differenti approcci per la realizzazione delle mie opere. Per quanto riguarda le opere su commissione sia in esterno che per interni, tutto parte da una richiesta del committente e dal confronto sulla tematica, dimensioni dell’opera e materiali da utilizzare. In questo modo cerco di interpretare attraverso il mio stile l’idea di base. Molto spesso chi mi contatta ha già visto le mie opere in qualche mostra, sul web o in giro per le città, questo mi consente di avere da parte del committente la fiducia necessaria per poter realizzare opere senza molti vincoli.
È molto importante il dialogo con chi crede in quello che fai e ti sostiene, tra artista e collezionista si crea sempre un legame.
Le opere uniche, o che comunque nascono da una mia esigenza espressiva, hanno un percorso creativo più lungo. Molte di queste hanno origine da riflessioni sul quotidiano, poi approfondite attraverso libri e ricerche. Altre invece nascono dalla mia esperienza personale o dalle mie sensazioni riguardo un luogo o un fatto. I materiali utilizzati per le mie opere sono di diverso genere, dalle rielaborazioni di oggetti trovati in luoghi particolari come ville abbandonate, cantieri interrotti, ex manicomi fino alla più recente stampa 3D.
Quello che per me è importante è trasmettere all’osservatore un pensiero, che è solo uno spunto su cui riflettere e condividere.
C’è stato un particolare momento o avvenimento che ti ha spinto a scegliere l’arte come professione?
Non ricordo un momento particolare, mi ricordo solo che ero molto piccolo e mia nonna Nilde mi aveva parlato a lungo di un suo cugino, Ursella, noto pittore friulano di inizio Novecento. Questo suo racconto mi incuriosì così tanto che di lì a poco iniziai a disegnare su qualunque cosa, i fogli non mi sono mai bastati. Sempre con questo pensiero in testa, avevo all’incirca 8 o 9 anni, iniziai a scrivere il mio nome sotto i banchi di scuola o sulle sedie dicendo, forse un giorno sarò anche io artista e qualcuno sarà interessato ai miei disegni. Sogni da bambino, ma come chi voleva fare l’astronauta anche io cercavo il mio spazio.
Non ho mai smesso di disegnare, è un percorso che dura da una vita e che non avrà mai fine. Per me l’arte non è semplicemente una professione ma è la possibilità di dire al mondo, io sono vivo. È l’espressione della mia identità.
Come prendono vita i tuoi lavori? Come descriveresti il tuo stile?
Il mio lavoro è molto sfaccettato, specialmente quello degli ultimi anni. Mi interesso a parecchie cose, molte poi mi stancano e passo ad altro. Quello che faccio è vivere qui e ora, cerco di assorbire gli aspetti della società in cui viviamo nel bene e nel male per poi partire alla creazione delle mie opere.
La carta da parati Fate Line nasce dall’impronta di una foglia. Vuoi raccontarci la tua ricerca artistica e come hai realizzato il tuo primo design in collaborazione con Ambientha?
Fate Line ha alla base un concetto a me molto caro e più che mai attuale, il rapporto uomo-natura. Il titolo deriva dall’accostamento della venatura centrale della foglia alla linea del destino della mano, ad indicare che il futuro del mondo sta nelle nostre mani. Se ci fermiamo a pensare per qualche secondo alle piante, ci accorgiamo che non sono poi così diverse da noi, abbiamo piedi ben saldi a terra, un fusto che ci sorregge e dei rami che ci permettono di espanderci nello spazio, risentiamo delle stagioni, dei cambiamenti ed anche sulla nostra pelle riconosciamo i segni del tempo. Fate Line è da considerarsi un manifesto o uno grido, per chi, come me crede che il destino del pianeta sia nelle nostre mani. Chi avrà la possibilità di applicare questa carta da parati potrà seguire con i propri occhi tutte le venature delle foglie ingigantite, tracciarne il percorso della linfa che come sangue scorre e porta la vita, in questo modo scoprirà quanto siamo legati.
Le playlist musicali di Ambientha nascono come accompagnamento musicale degli ambienti nei quali vengono inseriti i nostri prodotti. Quale brano ti sembra più adatto per accompagnare la carta da parati Turning Destiny che hai disegnato?
Mentre realizzavo la forma che avrebbe dato vita a Turning Destiny ascoltavo ripetutamente il vinile Fleurs di Franco Battiato. All’interno è contenuta una canzone che trae ispirazione e prende il titolo da una poesia di Baudelaire “Invito al viaggio”. Per l’atmosfera che questa poesia/canzone è in grado di creare, credo sia l’accompagnamento ideale per gli occhi.
Salutiamoci così, hai in programma nuove esposizioni da non perdere?
Il primo appuntamento da non perdere sarà il 3 luglio 2020 a Milano, si inaugurerà una mostra molto interessante e ricca di artisti da tutto il mondo, con nomi molto noti dell’arte. Si terrà presso A60 Contemporary Art Space, con un titolo molto forte “L’Arte della Vita” a cura di E. Gregolin e P. Wang.
In conclusione, vorrei complimentarmi e ringraziare tutto il Team Ambientha per aver appoggiato con entusiasmo il progetto Fate Line e per la loro attenzione a tematiche molto importanti.
Grazie!!!
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