Chiara Dattola si definisce nomade creativa. Nel 2000 inizia a lavorare nel campo dell’illustrazione editoriale, del design e dell’arte. Nel corso degli anni lavora per grandi case editrici e brand internazionali, realizza pezzi originali e riceve numerosi riconoscimenti.
Ambientha inizia a collaborare con Chiara Dattola nel gennaio 2019 per la realizzazione delle carte da parati d’artista. Il suo primo design di carta da parati, sulla tematica Climate Conscious proposta da Ambientha, è stato presentato al Fuorisalone 2019 dove Ambientha ha debuttato al Milan Design Market , nel coinvolgente contesto di Isola Design District .
Ambientha intervista Chiara Dattola
Raccontaci qualcosa di te, quali sono le passioni delle quali non puoi fare a meno?
Sono appassionata di tante cose, forse di troppe. Ma i miei interessi maggiori sono naturalmente il disegno, la musica, la boxe (pratico pugilato da sei anni) e la lettura. Mi sono accorta proprio di recente che non potrò mai fare a meno di disegnare. E’ il mio linguaggio, il mezzo attraverso cui mi connetto al mondo e con le persone.
C’è stato un particolare momento o avvenimento che ti ha spinta a scegliere l’arte e l’illustrazione come professione?
Il mio pensiero volto all’illustrazione è stato a 16 anni. Ho pensato che volevo trovare un mestiere che mi piacesse e che unisse la mia passione per il disegno col fatto di riuscire a mantenermi economicamente con essa.
Come prendono vita i tuoi design? In cosa consiste il tuo processo creativo?
Il processo creativo che precede la nascita di una mia immagine è molto complesso e molto lungo. In particolar modo, ne è lungo il concepimento. Ho una “mente” sotterranea alla mente che pensa alle cose di tutti i giorni. Ed è proprio quella prima “mente sotterranea” che partorisce le immagini.
Mi accorgo che essa lavora sempre e lavora in un modo quasi misterioso per me. Ma ho imparato a fidarmi di lei. Io so solo che le devo dare “cibo” nel momento giusto e nella misura giusta. E lei digerirà e, quando meno me lo aspetto, mi porgerà quella immagine, quell’idea di cui ho bisogno: mi fido di questo processo e mi fido di lei.
Come descriveresti il tuo stile?
A me non piace parlare di “stile” ma di “carattere”. Il “carattere” delle mie immagini è il mio: amoroso e un po’ selvatico.
Il tuo portfolio vede brand affermati e case editrici internazionali, è la prima volta nella tua carriera che ti approcci all’interior design?
Mi è capitato in passato di decorare alcuni ambienti, ma mai in digitale, sempre in tecnica tradizionale. Quindi, col wallpaper design, è la prima volta.
Il cambiamento globale come tematica per il primo design in collaborazione con Ambientha: come ti sei trovata a lavorare su un argomento così attuale e importante per tutti noi?
Beh mi sono trovata molto bene perché è un argomento che mi è carissimo. Sono molto molto interessata alle sorti del pianeta essendo questo la nostra casa. Per prima cosa ho cercato di domandarmi come ricreare nell’immagine quella liaison fra l’essere umano e l’ambiente, mantenendo le caratteristiche tecniche che il prodotto doveva avere.
A cosa ti sei ispirata per realizzare il design Arctic Tundra e le sue varianti cromatiche Subtle Tundra e Tundra Earth ?
Le indicazioni nel brief che ho ricevuto da Ambientha sono state di grande ispirazione. Quindi prima sono partita letteralmente dalle parole dell’ Inspiration Book 2019 e poi ho pensato ai luoghi dove la natura è ancora forte e incontaminata. H o pensato alla Tundra, con tutti i suoi tesori così nascosti e preziosi. Dopodiché la mia “mente sotterranea” mi ha regalato quello che volevo, ma non solo. Si sono aperti mondi disegnati e inaspettati su questo tema, che spero di poter sviluppare più avanti.
Le playlist musicali di Ambientha nascono come accompagnamento musicale degli ambienti nei quali vengono inseriti i nostri prodotti. Quale brano ti sembra più adatto per accompagnare la carta da parati Arctic Tundra che hai disegnato?
Per essere banale dovrei dirti Hyperballad di Björk , ma io adoro le musiche tradizionali siberiane, quelle nate sui monti, nel freddo, con quei suoni gutturali e pieni di passione… che in qualche modo sono legati ai rumori della natura.
Salutiamoci così, il tuo sogno artistico nel cassetto?
Vorrei riuscire a continuare a raccontare le mie storie, qualsiasi forma esse assumano, parole-immagini-suoni, e che esse risveglino qualcosa negli esseri umani. E voglio farlo con tanto amore e tanta sincerità.
Voglio continuare a parlare alla gente ed essere in connessione con il loro cuore. Voglio che le persone si emozionino e che le mie storie entrino sottopelle e non se ne vadano più.
Io voglio essere un virus. Ma buono, che fa ammalare di buono.
Questa è la cosa che voglio fare per tutta la vita.
